L'Associazione Michele Fait è nata per onorare la memoria dello sciatore trentino morto il 23 giugno 2009 mentre cercava di coronare il suo sogno di scendere con gli sci il K2.
L'impresa, a lungo preparata assieme all'amico svedese Fredrik Ericsson, doveva compiersi lungo la via Cesen, sullo sperone sud-est; durante una discesa di allenamento però il tragico incidente. Animato da un amore profondo per la montagna, presentandosi sul suo sito web Michele diceva di sé: "Non cerco l'exploit tecnico, ma il piacere di vivere la natura e accettarne i possibili rischi per conoscere me stesso. Non voglio sfidare i giganti himalayani per conquistare un mondo che pochi osano affrontare, ma prendere coscienza dei miei limiti ed essere consapevole delle mie possibilità. […] Non voglio ricondurre le mie imprese alla sola prestazione fisica, per me significano molto di più, rappresentano una solitaria ricerca della verità e dell'essenziale, perché hanno innescato in me momenti di grande riflessione, permettendomi di crescere come alpinista, ma sopratutto come uomo."
Persona disponibile e gentile, capace di grandi gesti di generosità ed altruismo, Michele ha saputo suscitare in quanti lo hanno conosciuto profonda ammirazione e sincera amicizia. Dopo il tragico incidente, la volontà di mantenere vivo il suo ricordo ha indotto amici e colleghi a promuovere, inizialmente attraverso il sito web, in seguito attraverso l'associazione, una serie di iniziative di carattere sportivo, culturale e soprattutto solidale. L'Associazione Michele Fait è infatti una associazione di volontariato, indipendente e laica, che si propone di perseguire gli scopi che Michele stesso perseguiva, sostenere cioè i valori della solidarietà e della pace, promuovere la cultura della montagna e dell’alpinismo, e cooperare per il miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti del Tibet e delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo, aiutando in particolar modo i bambini.
Il 23 ottobre 2009 si è tenuta un'assemblea ed in quella occasione è stata fondata l'associazione che, per volontà della maggioranza dei presenti, ha preso il nome di Associazione Michele Fait. Si tratta di una associazione di volontariato, senza fini di lucro, indipendente e laica, che si propone di perseguire gli scopi che Michele stesso perseguiva, cioè sostenere i valori della solidarietà, della pace e del rispetto della dignità di ogni persona, promuovere la cultura della montagna e dell'alpinismo, cooperare per il miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti del Tibet e delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo, aiutando in particolar modo i bambini che necessitano di cure mediche, e favorendo la realizzazione di progetti nei settori della sanità, delle infrastrutture, dei servizi sociali, dell'istruzione e della formazione.
Per la realizzazione dei sui programmi, l'associazione si appoggerà ad organizzazioni presenti sul territorio.
Il primo ciclo di iniziative sarà rivolto a sostegno del centro maternità che Emergency ha aperto nel giugno del 2003 ad Anabah in Afghanistan e che offre servizi di ostetricia e ginecologia alle donne e di neonatologia ai loro bambini. Anabah si trova in una regione montuosa nel nord dell'Afghanistan, un paese nel quale si stima che ogni mezz'ora muoia una donna per problemi legati alla gravidanza, che la mortalità materna sia sessanta volte più alta di quella registrata nei paesi sviluppati, e che tra i bambini ci siano 165 decessi ogni 1000 nati.
Per presentare se stessa e il suo primo progetto di collaborazione, l'Associazione Michele Fait ha promosso un incontro con il gruppo Emergency di Rovereto tenutosi mercoledì 25 novembre 2009 presso la Sala Nobile di Palazzo Libera a Villa Lagarina.